7 DESCRIZIONE DEGLI INTERVENTI
Per il perseguimento degli obiettivi sono stati individuati diversi ambiti di intervento al fine di creare un sistema di fruizione all’interno del comparto che resterà prevalentemente agricolo in rapporto alla superficie complessiva dell’area.
Il progetto si compone dunque dei seguenti interventi:
Valorizzazione ambiti:
A.1 Interventi di valorizzazione ambito via Dudovich
A.2 Interventi di valorizzazione ambito Cascina Campazzino
A.3 Interventi di valorizzazione ambito via Selvanesco
A.3.1 Percorsi ciclo-pedonali
A.3.2 Ponte carrabile sul Ticinello
Valorizzazione dei percorsi esistenti del sistema irriguo:
A.4 Interventi di valorizzazione del sistema irriguo e dei manufatti idraulici
A.5 Altri interventi su percorsi e sentieri
SCHEMA DI PROGETTO 1° lotto – Valorizzazione ambiti, percorsi e manufatti
A.1 Interventi di valorizzazione ambito via Dudovich (Vedi tavv. A.04, A.07, A.10)
L’area oggetto di intervento ha un’estensione pari a 12.315 mq (1,2 ha) di cui circa l’80% è stata destinata alla realizzazione di un’area forestale all’interno della quale si svilupperanno sentieri e percorsi per la pubblica fruizione (anche con valenza didattica). L’area rappresenterà uno dei principali punti di approdo al Parco del Ticinello; per assolvere a questa funzione sarà realizzata una piazzola attrezzata che raccorderà l’ingresso del Parco alla via Dudovich; a partire dalla piazzola saranno realizzati nuovi tratti di percorso ad uso pedonale in affiancamento a quello esistente, che resterà a disposizione per l’ingresso dei mezzi agricoli. L’itinerario dedicato alla fruizione pubblica sarà attrezzato con sedute, cartelli informativi ed integrato nella prima porzione (fino alla Cascina Campazzo) con un sistema di illuminazione. Nell’area è stato da poco ultimato l’intervento di forestazione che dovrà essere preservato rispetto a qualsiasi lavorazione inerente le opere qui descritte. A tale scopo il cronoprogramma e il piano generale delle attività saranno definiti al fine di non creare danni all’area forestale né interferire in alcun modo con le relative, necessarie, attività manutentive.
Nelle seguenti foto: come si presentava questa primavera l’area di intervento forestale.
Sul sito sono presenti i tracciati di una piazzola di ingresso/sosta per i fruitori e due tratti di percorso che dovranno essere completati; in prima istanza saranno eseguiti i necessari compattamenti dei sottofondi presenti e solo successivamente si realizzeranno le opere di finitura degli stessi. Tutti i percorsi di progetto saranno realizzati con finitura drenante in calcestre con larghezza cm 250 per i tracciati principali e cm 120 per il sentiero sinuoso che si snoda nell’area forestale.
La piantumazione della porzione nord dell’area verrà completata mediante la messa a dimora, a scopo didattico ed estetico di alberi fruttiferi (nel Progetto Definitivo era prevista un’area a frutteto) tra cui Noce (Juglans regia) e Ciliegio selvatico (Prunus avium). Le specie sono state scelte allo scopo di non costituire elementi particolarmente attrattivi per i fruitori, al fine di evitare il potenziale danneggiamento degli alberi a maturazione dei frutti.Anche la parte arbustiva verrà particolarmente curata al fine di offrire alla microfauna opportunità trofiche invernali oltre che ricchi microhabitat per il rifugio o la riproduzione, optando, tra le specie tipiche del climax locale, per quelle più opportune per produzione di bacche e piccoli frutti. Da questo punto di vista particolare importanza riveste la realizzazione di una siepe campestre polispecifica che accompagna il nuovo percorso per un centinaio di metri lungo il confine a nord-est (subito dopo il passaggio pergolato che introduce simbolicamente al parco): qui verranno messe a dimora diverse specie arboreo-arbustive tra le seguenti: Prunus avium, Fraxinus excelsior, Crataegus monogyna, Cornus sanguinea, Prunus spinosa, Viburnum opulus, Ligustrum vulgare.
Si tratta di una struttura lineare che rafforza il patrimonio vegetazionale e il ruolo ecologico dei margini dei campi coltivati e dei percorsi secondari, mediante la piantumazione, il più possibile naturaliforme, di alberi e/o arbusti.
L’obiettivo è quello di incrementare le formazioni vegetali lineari, rarefatte nel territorio agroindustriale, principalmente in funzione ecologica (sosta e rifugio, corridoio ecologico, sostegno trofico e habitat per entomofauna e avifauna, ecc) ma anche estetico/paesaggistico secondo la tradizione tipica della piantata padana.
Infine non verrà trascurata la componente erbacea. Nella porzione d’ingresso, infatti, verrà mantenuta un’ampia fascia di mitigazione priva di esemplari arborei e/o arbustivi, allo scopo di favorire la formazione di una prateria permanente il più possibile fiorita e diversificata in grado di svolgere, oltre all’attrattiva estetica per i fruitori durante i periodi di fioritura e l’intrinseco valore didattico-educativo, le seguenti importanti funzioni ecologiche:
- corridoio ecologico per il passaggio e la diffusione sia della fauna che della flora;
- area di sosta, rifugio, riproduzione, alimentazione per la piccola fauna;
- arricchimento delle popolazioni di entomofauna e sostegno agli impollinatori (soprattutto lepidotteri e imenotteri);
- incremento della biodiversità locale (sia in termine di specie che di habitat).
Al fine di evitare l’introduzione di specie/varietà/ecotipi estranei al territorio, nella realizzazione della prateria fiorita verrà utilizzata la tecnica del fiorume con materiali provenienti da aree fitogeografiche compatibili con quelli dell’habitat locale.
In sintesi il complesso delle opere di sistemazione previste per l’ambito via Dudovich si può riassumere nelle seguenti:
- Formazione di percorsi attrezzati completi di elementi di arredo (sedute, paletti di delimitazione, bacheche informative)
- Messa a dimora di alberi isolati, a filare e macchie di arbusti misti
- Formazione di aree a prato stabile e prati fioriti
- Realizzazione di pergolato in legno posato su plinti in cls
- Realizzazione di impianto di illuminazione pubblica dall’ingresso di via Dudovich fino alla Cascina Campazzo (pali h. 4m)
A.2 Interventi di valorizzazione ambito Cascina Campazzino(Vedi tavv. A.04, A.07, A.16, A.19, A.23)
Attualmente l’intorno della cascina è occupato da particelle ortive spontanee che necessitano di un intervento di riqualificazione complessiva al fine di migliorare le condizioni di fruizione e al contempo di migliorare le condizioni di decoro dell’intero contesto (seguiranno, con l’attuazione di altri programmi, gli interventi necessari alla riqualificazione della Cascina Campazzino, non contemplati nel presente progetto e di competenza di altri settori comunali).
Un’altra porzione di area è occupata da baraccamenti e manufatti che versano in gravi condizioni di degrado e abbandono, per i quali si prevede la completa rimozione; oltre ad una pulizia complessiva delle aree sarà effettuato il ripristino delle quote di campagna al fine di predisporre un massetto di pavimentazione su cui verranno posti in opera nuovi manufatti atti a favorire attività pubbliche e associative a scopo didattico su temi agrari. L’idea di progetto prevede la realizzazione di un portico polifunzionale, costruito secondo gli schemi tradizionali delle pertinenze delle cascine presenti, e di serre leggere modulari realizzate con strutture metalliche. Tali manufatti sono da considerarsi come spazi a disposizione per associazioni e cittadinanza per l’organizzazione di attività pubbliche, sperimentali e di accoglienza per i visitatori le cui funzioni saranno completate e integrate con la futura, ipotizzata, riqualificazione della Cascina Campazzino, all’interno della quale saranno rese disponibile ulteriori funzioni volte al potenziamento dei servizi per la fruizione pubblica e per le attività didattiche.
I principali interventi sono i seguenti:
- Rimozione baraccamenti, manufatti e orti spontanei;
- Realizzazione di n. 18 particelle ortive ordinate in sostituzione delle esistenti;
- Realizzazione di costruzioni accessorie comuni per l’area orti;
- Realizzazione di edificio porticato per magazzino/servizi e attività varie;
- Realizzazione di serre didattiche (tunnel freddi);
- Realizzazione di giardino acquatico per vivaio piante acquatiche;
- Allacciamenti alle reti elettrica e d’illuminazione pubblica.
- Estensione rete idrica a scopo irriguo da via Campazzino (~500m)
A.2.1 Area orti (Vedi Tav. A.19)Questo comparto risponde all’esigenza di crescente domanda di particelle ortive ordinate e attrezzate.
Rispetto alla soluzione presentata con il Progetto Definitivo le parcelle sono state incrementate da 12 a 18. Si tratta di parcelle medio/piccole (50/60mq) a costituire un presidio compatto e organizzato, eventualmente espandibile in futuro nell’adiacente area verde in direzione della Cascina.
Le scelte progettuali in ordine ai parametri morfologici e materici si indirizzano all’intento di fornire a questa tradizionale funzione un’immagine più contemporanea e di positivo impatto paesaggistico, riscattando la consuetudine secondo cui i presidi ortivi (anche quelli ordinati) si trasformano presto in un aggregato spontaneo e disordinato di superfetazioni e fatiscenze.
Gli elementi accessori comuni, pertanto (baracche per il ricovero degli attrezzi e piccola aula a disposizione), sono stati compattati sotto ad una grande struttura a pergola su cui verranno avviati dei rampicanti
L’elemento pergolato svolge anche l’importante funzione di offrire ai fruitori un ambiente aperto ma gradevolmente ombreggiato per le attività aggregative che si intendono promuovere come complementari alla funzione ortiva.Da questo punto di vista, e nell’ottica di allargare la potenziale fruizione a fasce deboli di cittadini (bambini, anziani, disabili), ma anche a scopo didattico, abbiamo pensato anche di inserire nell’offerta funzionale due cassoni denominati “orti facilitati” dove le attività orticole potranno essere svolte anche da persone su sedia a ruote.
Per lo smaltimento delle acque meteoriche si prevede l’utilizzo di una canalina disperdente.
Coerentemente alla funzione legata alla nutrizione si prevede di piantumare, a corredo dell’area, alcuni alberi con frutti eduli come Noce, Ciliegio e Gelso (Morus alba e Morus nigra - specie non comprese nell’allegato 1 delle specie arboree e arbustive del PASM ma tipiche di paesaggio, cultura e storia della pianura irrigua lombarda per la pratica della bachicoltura) oltre a qualche Quercia isolata, e di lasciare ampie porzioni prative per attività ludico/ricreative libere.
Sempre nell’ottica di inserire armoniosamente le nuove funzioni nel paesaggio rurale consolidato, abbiamo pensato di non creare delimitazioni “dure”, che creassero una cesura forte, ma dei semplici paletti che segnalano la transizione tra le aree ortive o prative (a fruizione pubblica) e quelle rurali/produttive, secondo uno schema collaudato che ci sembra paesaggisticamente convincente (vedi foto pagg 20, 23).
Poiché le aree ortive sono attualmente prive di approvvigionamento idrico certificato e necessitano di allacciamento alla rete di acqua potabile (ogni altra soluzione alternativa abbiamo sperimentato essere vulnerabile o poco funzionale) abbiamo optato per estendere la rete idrica presente in via Campazzino realizzando un nuovo tratto di rete interrato lungo circa 600m, in grado anche di rispondere in futuro al fabbisogno idrico civile di Cascina Campazzino (attualmente priva di allacciamento alla rete).
(Vedi Tav. A.23)
Schema planimetrico della sistemazione dell’area orti
A.2.2 Area didattica (Vedi Tav. A.16)Questo comparto, che insiste su un’area attualmente degradata dalla presenza di ortaglie spontanee e baracche fatiscenti, prevede la realizzazione di un’area attrezzata a scopo didattico/ricreativo, dove sviluppare temi agro-naturalistici coerenti al contesto ambientale e paesaggistico. Le strutture previste consistono nelle seguenti:
Strutture e manufatti principali
Portico polifunzionale: tettoia coperta in forme e materiali tradizionali, pilastri rivestiti in mattoni di laterizio, capriate in legno, copertura a doppia falda in coppi lombardi (tale struttura sarà dedicata ad ospitare attività didattiche, ludiche, ricovero mezzi, magazzini e, in generale, qualsiasi funzione necessiti di una copertura).
Serre didattiche: Si tratta di tunnel freddi realizzati mediante strutture leggere metalliche modulari, ideati per ospitare semplici attività didattiche in campo agronomico/vivaistico.
Laghetto
Il progetto prevede, all’interno dell’area didattica limitrofa alla cascina Campazzino, la realizzazione di un biotopo acquatico con una duplice finalità: disporre di un vivaio dimostrativo di piante autoctone e allestire un piccolo centro di ecologia palustre con finalità educative.
Tale laghetto ha dimensioni di circa 350 mq e viene realizzato secondo il criterio di ricreare, in un biotopo artificiale, le condizioni di maggior naturalità possibile sul modello dei piccoli habitat acquatici delle stazioni palustri di pianura.
Per quanto riguarda le specie da utilizzare per la rinaturalizzazione, se ne elencano alcune a titolo esemplificativo (scelte esclusivamente tra quelle autoctone) poiché il loro effettivo impiego è funzione delle specificità del progetto, dell’esposizione, nonché dell’effettiva reperibilità.
- Ninfea bianca - Nimphaea alba
- Mestola – Alisma plantago-aquatica
- Erba saetta – Sagittaria sagittifolia
- Nannufero – Nuphar lutea
- Lingua d’acqua – Patamogeton natans
- Lingua d’acqua crespa – Potamogeton crispus
- Ulmaria – Filipendula ulmaria
- Sedano d’acqua – Apium inundatum
- Stella d’acqua – Callitriche stagnalis
- Lenticchia d’acqua – Lemna minor
- Melissa – Melissa officinalis
- Morso di rana – Hydrocaris morsus-ranae
- Millefoglie d’acqua – Myriophyllum spicatum
- Calta – Caltha palustris
- Ranuncolo d’acqua – Ranunculus aquatilis
Allo scopo di costituire un adeguato inserimento paesaggistico e per incrementarne il valore didattico/naturalistico lo stagnetto dovrebbe presentare almeno in un terzo del suo perimetro, una fascia di canneto a Typha latifoglia e Phragmites australis, oltre a giunchi, carici e altra vegetazione igrofila spondale. Un terzo del perimetro dovrebbe essere libero o a vegetazione erbacea bassa, per il riposo e la sosta della fauna.
Tale biotopo, seppur di evidente artificialità, favorirà velocemente l’instaurarsi di biocenosi specifiche in condizioni controllate e facilitate per svolgere attività didattiche (libellule, microorganismi acquatici, erpetofauna, ecc).
Da un punto di vista idraulico il laghetto sarà approvvigionato mediante rabbocchi superficiali (le dispersioni sono limitate alla sola evaporazione), mentre i flussi in uscita saranno regolati da un manufatto idraulico a sfioro a valle dell’invaso che scarica in una canalina drenante e disperdente.
Alcune semplici strutture come un piccolo pontile in legno e uno spazio coperto limitrofo al laghetto completano le attrezzature didattiche, favorendo il contatto diretto con l’acqua e consentendo le attività didattiche in un’area ombreggiata e dedicata.La localizzazione degli elementi sopra descritti nell’area adiacente la Cascina Campazzino consentirà in futuro di sviluppare, una volta recuperato alla sua funzione tutto il complesso edilizio, un polo ricettivo polifunzionale di interesse pubblico. A tale scopo si renderà necessario ricavare all’interno del comparto edilizio e nelle pertinenze della Cascina, alcuni locali e degli spazi adibiti alla fruizione pubblica (ad esempio un punto informazioni per il parco, uno spazio da adibire ad uffici pubblici, una sala polifunzionale per attività didattiche e conferenze, dei servizi igienici ad uso del pubblico, ed altre eventuali funzioni da definire).
Schema grafico planimetrico della sistemazione dell’area didattica
Schema costruttivo portico polifunzionale Schema grafico vasca/laghetto per piante acquatiche
A.3 Interventi di valorizzazione ambito via Selvanesco (Vedi Tav. A.26, A.27)
La via Selvanesco rappresenta il confine sud dell’ambito di progetto; allo stato attuale si riscontra la mancanza di tracciati praticabili che consentano l’accesso e la percorribilità pedonale in direzione sud-nord; i percorsi presenti risultano sconnessi, irregolari ed interrotti, pertanto assolvono alla sola funzione di servizio per i lavoratori agricoli; inoltre la percorribilità pedonale parallelamente alla via Selvanesco risulta molto scomoda, a tratti rischiosa, in quanto le aree agricole, compresi i canali irrigui perimetrali su tutti gli appezzamenti, arrivano fino al margine stradale dove manca una corsia laterale continua con adeguate caratteristiche di sicurezza.
L’idea progettuale per la valorizzazione di questo contesto consiste nella realizzazione di un primo tratto di percorso parallelo alla via Selvanesco in calcestre, in grado di rafforzare la percezione di un ambito fruibile; l’intervento è coerente e valorizza l’interesse storico paesistico di questo tratto di percorso cosi come individuato nel P.T.C. del Parco Agricolo Sud Milano (ai sensi dell’art. 43 del PTC del Parco Agricolo Sud Milano).
Il sistema di connessione al resto del Parco sarà completato attraverso la predisposizione di due tracciati che congiungeranno il nuovo percorso di via Selvanesco alle sponde del Ticinello e dal sentiero didattico/ricreativo che si snoda nell’area boscata di recente realizzazione. In ultimo verrà realizzato un adeguato ponte carrabile in sostituzione dell’esistente per garantire la connessione nord-sud anche per i mezzi agricoli allo scopo migliorare le possibilità manutentive e di presidio del territorio.
A.3.1 Percorsi ciclo-pedonali (Vedi Tav. A.27)
Per il tratto di percorso parallelo alla via Selvanesco, al fine di ottimizzare le potenzialità
dell’area ed assolvere anche all’importante ruolo simbolico-paesaggistico del contesto rispetto al Parco Agricolo, abbiamo optato per non limitare l’intervento al semplice approccio funzionale, ma abbiamo coinvolto un’area della profondità di 10m, realizzando un’autentica fascia attrezzata tampone tra la sede viabilistica (dove i veicoli transitano veloci) e i limitrofi campi agricoli (dove la vita scorre lenta).Non si tratta di un giardino estetico, o di un’area verde progettata con criteri “urbani”, ma di uno spazio semi-naturale in grado di gestire la transizione verso il paesaggio rurale e incentivarne l’interpretazione a fini ricreativi ma anche conoscitivi.
Riteniamo, infatti, che attraverso il recupero del paesaggio rurale e la creazione di un sistema connettivo tra il parco e le funzioni urbane, si svolgano i principali temi che questo progetto ha dovuto affrontare.
Quest’approccio può sfruttare le caratteristiche del paesaggio rurale caricandolo di una forte componente didattica che permetta ai cittadini la riscoperta del proprio territorio ricreando l’armonia tra l’ambiente costruito e l’ambiente naturale.
Il progetto dunque si articola tra la necessità di creare un collegamento funzionale e la necessità di esprimere valori paesaggistici. Abbiamo dunque ritenuto necessario il ripensamento di tutta la fascia di vegetazione spontanea lungo il ciglio della strada ridonando alle bordure dei campi quella funzione naturalistica che nel passato hanno sempre ricoperto; i bordi dei campi nel passato, infatti, oltre che definire gli appezzamenti di terra creavano un habitat d’importanza naturalistica fondamentale. Verranno dunque seminati erbe e fiori autoctoni (Papavero rosso, Fiordaliso, Salvia dei prati, Camomilla, Margherita, Ranuncolo, etc.) che contribuiranno al completamento paesaggistico e all’integrazione del nuovo percorso nel paesaggio circostante.
Questa fascia di vegetazione spontanea e bordure fiorite ci permette il posizionamento in sicurezza di un primo tratto di pista ciclabile che attraverso un andamento discontinuo e sinuoso si presenta come un sentiero rurale con percorsi sdoppiati e isole attrezzate (con sedute e bacheche illustrative) per la sosta dei fruitori.
Esempio di inserimento paesaggistico di una fascia a verde pubblico con percorso simile a quella in progetto
Il sistema di connessione al resto del Parco sarà completato attraverso la creazione di due sentieri in calcestre con larghezza pari a 2,50 metri da realizzare lungo il perimetro del fondo agricolo, che saranno congiunti tra loro da un terzo tratto da realizzare lungo la sponda sud del Ticinello. Tale sistema si completerà con la formazione di un sentiero pedonale in calcestre in un area di forestazione di recente realizzazione che dovrà essere preservata rispetto a qualsiasi lavorazione inerente le opere qui descritte.
A.3.2 Ponte carrabile sul Ticinello (Vedi Tav. A.34)
La generale riorganizzazione e valorizzazione dei percorsi impone, al fine di consentirne un’adeguata fruizione in condizioni di decoro e sicurezza, nonché di agevolare le attività
agricole e manutentive, la realizzazione di un nuovo ponte carrabile e pedonale.Attualmente la passerella (vedi foto) presenta caratteri di precarietà e pericolosità che ne impediscono l’utilizzo in un’area attrezzata a fruizione pubblica. Tale manufatto (putrelle metalliche con soletta in cls poggianti su spalle in muratura) va pertanto rimosso e sostituito con una struttura più solida e morfologicamente adeguata.
La soluzione strutturale prevede l’utilizzo di micropali che svincolano il nuovo ponte dalle spalle esistenti che non garantiscono le necessarie portate
Attuale consistenza del ponte sul cavo Ticinello Sezione trasversale del nuovo ponte in progetto
ll ponte vero e proprio ha invece una struttura in travi prefabbricate di calcestruzzo (lunghezza 5.4m) con piano di calpestio in calcestre.La larghezza passa dagli attuali 1.5m a 4.0m con parapetti che si allargano verso la campagna per consentire un agevole imbocco e manovra da parte dei mezzi agricoli.
Tale opera riveste un ruolo cruciale per consentire la piena circolarità in quest’area del parco, riscattandone l’attuale marginalità che è la principale causa di degrado ed usi impropri.
Gli attuali muriccioli di sostegno in blocchi di pietra e mattoni saranno riqualificati mediante un intervento di riordino/pulizia/integrazione lasciandone inalterati materiali e caratteri generali. (Vedi interventi sui manufatti idraulici).
A.4 Interventi di valorizzazione su sistema irriguo e manufatti idraulici
(Vedi Tav. A.33)
Oltre alla valorizzazione dei percorsi esistenti, ove si prevede la realizzazione di aree per la sosta complete di elementi di arredo, si ritiene necessario valorizzare la presenza dei canali e dei manufatti idraulici, elementi paesaggistici di peculiare importanza sia per la conduzione agricola delle campagne (valore funzionale), sia per la conservazione del valore storico-documentario dei siti rurali (valore culturale).
I principali interventi previsti sono volti a garantire il normale deflusso delle acque: spurgo, modellazione delle sponde ove necessario, consolidamento o rifacimento di parte dei sistemi lignei per il contenimento delle sponde, ripristino di situazioni alterate da smottamenti, erosioni causate dalla caduta di alberi o altri fenomeni di degrado statico e funzionale; tutti gli interventi saranno realizzati nella forma di manutenzione ordinaria o straordinaria al fine di non alterare i caratteri paesaggistici dei luoghi. Per tale motivo si cercherà di salvaguardare il più possibile le specie vegetali presenti, singole o disposte a filare.
Per quanto concerne i manufatti idraulici (chiuse e sottopassi) si prevede l’esecuzione di interventi puntuali sui singoli elementi che, a seconda delle esigenze rilevate, saranno riqualificati attraverso la riparazione delle parti ammalorate, ovvero il rifacimento completo ove sia necessario.
A tal fine sono stati analizzati i singoli manufatti per valutarne lo stato di conservazione materico e, a seguito di ulteriori e più approfondite indagini da eseguirsi in fase di cantiere, alcuni di essi (quelli di cui si valuterà il maggior valore funzionale per gli agricoltori ed estetico per i fruitori del parco) saranno riqualificati prevedendone, ove possibile, la conservazione/riuso delle parti originarie (elementi in pietra e mattoni a vista). Gli altri saranno oggetto di semplice riordino.Anche per i manufatti per i quali saranno necessari interventi più consistenti (completa o parziale ricostruzione di intere parti), le opere saranno realizzate nel rispetto delle tipologie costruttive originali rilevate.
Esempio di schema costruttivo di manufatto idraulico rilevato nel Parco del Ticinello – da conservare.
Per quanto riguarda il tratto attualmente intubato (circa 15m) della roggia Scarpogna (manufatto n° 15 indicato in planimetria e schede – vedi foto) di cui nel precedente Parere di Conformità il Consiglio Direttivo del PASM (prot. 290681 del 03/12/2013 – fasc. 7.4/2013/380) richiedeva, se possibile, la rimozione con ripristino della sezione aperta del corso d’acqua, specifichiamo che, considerata l’esigenza logistica di attraversamento da parte dei mezzi agricoli per accedere alla limitrofa campagna, sarà rimossa la maggior parte di tale manufatto, lasciando intubato solo un piccolo tratto (circa 4/5 metri) a costituire un passaggio/ponte.
A.5 Altri interventi su percorsi e sentieri
(Vedi Tav. A.33)
Il lavoro di riordino generale dei percorsi e di facilitazione delle connessioni si completa mediante la realizzazione di 2 passerelle pedonali a ponte per il superamento di altrettanti fossi o corsi d’acqua.Si tratta di ponticelli in legno che non prevedono portate che consentano il transito di mezzi agricoli ma solo il passaggio ciclo-pedonale; il primo sostituisce l’attuale passaggio precario tra la zona degli orti e l’area didattica in ambito Campazzino; mentre il secondo costituisce un nuovo collegamento tra il percorso di via Selvanesco e la forestazione di recente impianto, lungo l’anello pedonale nell’ambito sud del parco.
Questa tipologia di ponti poggia su solide spalle in cls e presenta una struttura completamente lignea con travi longitudinali cm 15x50 che consente il superamento di luci fino a 7m.
I parapetti saranno realizzati sul modello di quelli già esistenti all’interno del parco.
Sezione longitudinale dei ponticelli in legno
Per quanto riguarda gli altri elementi di arredo con i quali verranno attrezzati percorsi e sentieri abbiamo pensato di limitare al minimo indispensabile tali attrezzature e di conformarne tipologie e materiali al particolare contesto paesaggistico rurale che si intende preservare e valorizzare con la creazione del parco.
Steccati e parapetti (vedi disegno) saranno limitati ai tratti lungo le rogge maggiormente esposti e per i quali l’incremento ipotizzabile di fruizione anche ciclabile potrebbe esporre a potenziali pericoli. Si prevede questa tipologia solo per brevi tratti (al massimo 8/10m)
Invece nelle situazioni in cui abbiamo riscontrato la necessità di delimitare gli ambiti progettuali per lunghi tratti (ad esempio per separare le aree a conduzione agricola da quelle a fruizione pubblica, o per “proteggere” i prati fioriti o altri ambiti delicati da una fruizione massiva) abbiamo optato per una soluzione più discreta: quella dei paletti di delimitazione, che, in contesti analoghi, ci sembra abbia svolto la funzione con efficacia e con un positivo impatto paesaggistico. (Vedi, a titolo di esempio, la foto sotto).
Tutti i percorsi, in funzione delle diverse lunghezze, sono dotati di piccole piazzole di sosta che comprendono sedute fisse e pannelli informativi. È molto importante che anche le aree a vocazione rurale o naturalistica non siano del tutto prive di questi elementi oltre ad altre semplici strutture come gli appoggi ischiatici, poiché tale situazione limiterebbe fortemente la possibilità di fruizione da parte di cittadini a mobilità limitata (anziani, bambini, portatori di differenti disabilità, donne gravide, ecc).Per le sedute fisse lungo i percorsi principali abbiamo optato per una soluzione (già presente in prossimità delle cascine) il più possibile “rustica”, robusta e antivandalica: panche (di differenti lunghezze) costituite da un muretto in mattoni pieni di laterizio (con fondazione in cls) con piano di seduta realizzato mediante lastrone lapidee (si cercherà di utilizzare soluzioni “di recupero”. (Vedi disegno).
All’interno delle aree boscate, invece, dove i percorsi assumono la consistenza di “sentieri”, le piazzole di sosta, indispensabili allo svolgimento di attività didattiche, saranno attrezzate con sedute ricavate da tronchi di provenienza locale: tipologia che potrebbe non rientrare tra quelle contrattuali oggetto di appalto ma che sarà temporaneamente allestita in collaborazione con gli agricoltori locali.
Le strutture di tipo didattico si limitano ad alcune bacheche: elementi di supporto per i pannelli informativi e di orientamento. Ne abbiamo previste 2 differenti tipologie: le bacheche rette (per i pannelli d’ingresso e per riportare informazioni di tipo logistico) e le bacheche a leggìo, da preferire per i pannelli tematici che richiedono il confronto visivo con il paesaggio circostante. Entrambe sono realizzate con pali di supporto in legno vincolati al terreno da piccoli plinti in cls. (Vedi disegni).